la stagione dei fiori piano cedeva il passo a quella del verde selvaggio e arrogantemente profumato che occhieggiava intenso dai finestrini del treno / la sera prima già sapeva che la rugiada del mattino le avrebbe bagnato gli stivali fino alle caviglie, ma era contenta di poter ancora camminare a passo svelto per i sentieri che attraversano i bastioni, per poi imboccare le consuete strade perimetrali fino alla scuola 

ogni scorcio esprimeva familiarita’
erano vicine le ore dei sorrisi – le pregustava con delicatezza
e sarebbe tornata a casa stanca, fiaccata dallo spazio esageratamente bianco del cortile, con le guance cariche di parole gentili appese come ninnoli alla sua stanchezza


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