l’inconsistenza piacevole del genere indie* ben incarna l’edonismo capillarmente diffuso che imbeve il tempo presente di  molti, e la propensione a rifugiarsi in dimensioni estetiche più intime, basate su una forte componente individuale /
si potrebbe dire che l’indie è una delle espressioni estetiche più gradevoli e subdole del qualunquismo (non solo culturale) cui ci siamo gradualmente votati negli ultimi due decenni
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posto che ogni categoria implica inevitabili sbavature e sconfinamenti