un viaggio scorrevole e senza colori in mezzo al nulla
è stata una visita veloce, isterica, non ho fatto che camminare
anche la focaccia di verrazzano l’ho consumata a spizzichi, mentre camminavo, e da paszkovsky giusto il tempo di bere un caffè – speravo, ma non c’era il tuo fantasma, non c’era niente – solo i giapponesi seduti fuori in prima fila e i fiorentini che ordinavano il risotto da mangiare in piedi
al posto del gambrinus ci faranno un hard rock cafe, niente più biliardo – forse hai fatto bene ad andartene, il mondo diventa sempre più brutto e non c’è spazio per la poesia – le istituzioni massacrano con metodo i luoghi del ricordo, cinicamente – colano cemento ovunque sia possibile
nel frattempo ti ricordano tutti, in radio (anche battiti, qui), sui giornali e nel web / a san marco la chiesa era gremita di gente
ho continuato a chiedermi cosa ci facessi tu, fermo dentro una bara coperta di fiori, ma niente
ps/
ai funerali non ci vado proprio mai ed è per te che ho fatto questa unica eccezione – avevo bisogno di starti vicino ancora un poco, prima di
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al rientro, le stoviglie di sempre
(sempre, che parola inverosimile) – ciao
nota/ la foto del funerale l’ho presa dalla rete
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