monthly archives: gennaio 2011

I

Il fuco, chiamato anche pecchione, è il maschio dell’ape domestica. Nasce da uova non fecondate di ape regina feconda o vergine o dalle uova deposte da api figliatrici. Il suo corpo è grosso e coperto di peli; la ligula è corta per cui non può bottinare, ma solo assorbire il miele dai favi e deve essere nutrito di polline dalle operaie; non possiede pungiglione.
(wikipedia)

II

li guarda passare, osserva i loro cappotti graziosi, e intuisce lo sforzo compiuto per scegliere la pettinatura migliore, o il giusto paio di scarpe / coglie l’impegno elementare e commovente (tragicamente superfluo) per sembrare più gradevoli e attraenti agli occhi del mondo, oltre il perimetro dello sguardo che si specchia
vorrebbe dir loro che è tutto inutile, che le bastano pochi minuti per annoiarsi a morte e cercare l’uscita più vicina

poveri piccoli, pensa – poi si accorge che la disdetta è tutta sua, per via di quel bisogno che va oltre ogni piacevole conversazione, persino oltre la carezza lusinghiera della loro virilità che ammicca tra i discorsi
si annoia, avverte gli interruttori spenti dei suoi occhi e lascia rimbalzare altrove fiumi di parole che inevitabilmente non li accendono – rimpiange il silenzio di una stanza solitaria con un tavolo spazioso, i libri e le matite – rimpiange l’allegria sincera di una cena tra amici

la dimensione dell’incanto è proprozionale a qualcosa che lei contiene ma che non riesce a definire

III

.

I

il primo sorriso dopo vari giorni è sorto spontaneo mentre durante la notte scorrevano le immagini di un documentario sui grandi pianisti del blues firmato clint eastwood
a un certo punto eastwood chiede a pinetop perkins (sono seduti entrambi al pianoforte) di suonargli un brano “alla pinetop” e l’arzillo vecchietto di colore (born 1913 – ndr) risponde che gli piacerebbe ma che no, da quando ha ricevuto una coltellata al braccio non suona proprio più come una volta!
(… e lo dice come se parlasse dell’artrosi o del gomito del tennista)
.

II

nel frattempo, grazie a battiti scopro altre facce del blues, e durante l’intervista a dave soldier trasmessa qualche giorno fa ascolto una canzone dove il passato rauco e remoto della musica nera si mescola a sfumature metropolitane più vicine nel tempo  – la voce particolarissima che sembra di bambino è in realtà quella di lorette velvette, chitarrista e cantante dei the kropotkins, mentre quella da vecchio bluesman appartiene al violinista charlie burnham
(prima di guardare il video della performance dal vivo consiglio un ascolto alla cieca)
.

the kropotkins
truckstop girls

You don’t know the darkness in my heart
summer days drain down in coffee grounds
read a cold destruction in my eyes
feel pealing thunder from the skies

and I rock and I roll
and I roll a big stone on your grave

Truckstop girl will paint her face and fire her grill and burns you off my mind
Heavy wind with heavy water now avoid the trooper’s daughter baby take your order any time

Truckstop girls

know every lie avoid her eyes and any driver here
Heavy wind with heavy water now keep your eyes on the quarter
watch it watch it watch me disappear

and I rock and I roll
and I roll a big stone on your grave

.

I
tirata giù dal letto da un paradosso, attraverso la pioggia per andare a sbattere, ancora assonnata, contro la follia

II
decido di lasciare indietro qualcuno
tale superamento non contiene alcun senso di superiorità, od altra presunzione

III



.

II

la gran parte di coloro che avrebbero potuto fornire una risposta erano già mancati, peraltro spesso in età avanzata – avevano fatto parte di un’altra epoca, di un altro mondo in cui le risposte esistevano ancora

adesso avrei voluto chiedergli se l’età dei lumi fosse rilevante, nel suo gioco delle corrispondenze, e quale fosse stato il ruolo della cristianità – del resto, le domande sorgevano sempre nel momento meno opportuno, forse per effetto di un meccanismo di fuga

stordita dal male, il pensiero si poggiava a casaccio sui ricordi recenti, producendo riflessioni incongrue – ero in balìa del paradosso e non potevo andare da nessuna parte – solo dormire, mangiare, oppure smettere

.
.

Audio clip: é necessario Adobe Flash Player (versione 9 o superiore) per riprodurre questa traccia audio. Scarica qui l’ultima versione. Devi inoltre avere attivato il JavaScript nel tuo browser.





dress 003-11 / the punishment

and when you’ve given all you had
and everything still turns out
bad, and all your secrets are your own
then you feel your heart beating
thrum-pum-pum-pum

si spegne mick karn (1958-2011)
per ricordarlo una canzone dei dalis car (splendida copertina e il suo inconfondibile basso elettrico)


nel bel mezzo di un dolore si cercano punti fermi
qualcosa che non tremi

.

Audio clip: é necessario Adobe Flash Player (versione 9 o superiore) per riprodurre questa traccia audio. Scarica qui l’ultima versione. Devi inoltre avere attivato il JavaScript nel tuo browser.