monthly archives: dicembre 2010

she stands alone / la casa perde nitidezza mentre il corpo si allarga – come una macchia

.



d’accordo – ma in cambio tu cosa mi dai?

.


.

(il) silenzio

.

15.12.09
fotografando il quartiere / esattamente un anno fa su pellicola in bianco e nero



(altro…)

Sui ciottoli arsi del porto
donne scavate in viso
dalla fame senza speranza
pisciano immobili
senza sollevare le gonne.

So cantare le nenie nere dei funerali
allattare i bambini con queste titte secche
e vorrei un giorno di festa
mangiare pane bianco fino a sentire
la gioia del ventre troppo pieno
so cucire le stoffe
arrostire le orate
e in casa blatte e topi
li cacciamo coi bastoni.

Quando mi prende il mio uomo
sposo benedetto dai ministri di Dio
solo buio,
d’inverno coperti d’orbace
l’alba ci sveglia
coi brividi di gelo.

[ filastrocca di quando buttavano a mare i tram – 1976 ]

voci sentite ieri al concerto della russian national orchestra con gidon kremer:
quanti pezzi mancano alla fine?
bella l’aria sulla quinta corda (!)
il mio vicino di posto canticchiava čajkovskij
molti avevano la tosse o starnutivano, producendo una performance a sé stante

… musica concreta?

I made a small christmas tree with an hanging cage full of stars
beauty is never enough – (non pensare, non pensare!)




(altro…)

I

vicino
lei che ha bevuto poco perché doveva guidare
il sollievo di andarsene da una festa piuttosto noiosa
noiosa come una lunga fila di sedie vuote
i baci borghesi e una stretta di mano
la brillantezza acerba dell’amicizia nei bicchieri
al posto del vino

[prima]
una stanza che tocca il cuore (delle cose*del nulla)

.

II

lontano
si incontravano nel perimetro esiguo dell’appartamento
era accogliente e protettiva
[lui si lasciava accogliere e proteggere]

svolgeva mansioni da geisha, senza pensare

quando poi tornavano al mondo
era di nuovo una tra tante
[una geisha in incognito]
— persino una da evitare

.