monthly archives: novembre 2010

l’università di udine organizza una serie di incontri sulla sostenibilità energetica, ambientale e alimentare
qui il programma completo

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sul sito dell’osservatorio della NASA ogni giorno un’immagine della terra vista dall’alto

i colori e le forme catturati da queste fotografie sono incredibili
talvolta sembrano perfino esserci similitudini con gli organismi osservati al microscopio
se è vero che gli opposti si toccano forse accade anche per l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo

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(altro…)



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quando ero piccola, delle banconote mi piaceva l’aver sfiorato tantissime mani
ed esser passate per molti luoghi che non avevo visto e non sapevo
non ho mai avuto chiaro il valore dei soldi
l’incattivirsi dietro a quei minuscoli fogli di carta mi è sempre parso incomprensibile …

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( don’t come knocking )

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essere poeta non è certo cotonare le parole, portarle dal parrucchiere
piuttosto è cambiare il mondo attraverso la scrittura  mettendola al serivzio dei pensieri, dando loro la forma sostanziale – necessaria
sempre più spesso si dimentica che non è l’involucro ma la sostanza a scalfire lo stato delle cose
ciò non implica che la scrittura debba trattare esclusivamente di temi importanti, ma che esige disciplina, ricerca, sacrificio – non è il flusso incondizionato e grazioso di lemmi, virgole e sospiri che ricordano da vicino le esternazioni adolescenziali
quanti blog sono ormai saturi di versi e non contengono nemmeno una riga di scrittura!
per esempio, s’è mai visto nella storia un poeta che abbia scritto solo e soltanto poesie, trascurando di esercitare il suo talento e la sua intelligenza in tutte le espressioni che la scrittura contempla, inclusa quella dell’analisi storica?

a me pare troppo facile questo modo di far poesia: lasciare che la cose vadano da sè, senza un’utilità, né intima né tantomeno collettiva – senza (appunto) quello stato di necessità di cui parlo spesso e che sembra essere ormai molto raro in tutte le manifestazioni artistiche
è un modo di esprimersi che equivale alla superficialità del sentito dire, basato su argomentazioni mai approfondite che a malapena sfiorano il senso delle cose …
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il piccolo testo di rilke è a casa, dai miei
così stamattina ho pedalato fino alla biblioteca avvolta dalla prima nebbia per recuperare una copia

le parole che ho scelto sono così facilmente fraintendibili, l’ego le può trasformare nel loro esatto contrario

edera che piove su un muro come l*acqua in rigagnoli su un vetro
solo a tratti mi rendo conto di quanto poco basterebbe per reagire
l*impalpabile limite tra fare, giacere e disfare mi avvolge come un foglio
le parole si perdono –
—–senza arrivare all’altro
—–senza venir capite
– si sciolgono in polvere / vermiglia

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( all you need is a wall )



ma poi non chiudo, perché ogni giorno che passa mi rendo più conto di quanto sia importante in questo momento storico offrire il risultato del proprio percorso, condividere, mettere a disposizione dell’altro il proprio sapere e persino i dubbi
una delle risposte alla crisi morale e sociale che ci attanaglia è il ritorno a una cultura basata sulla messa in comune dei beni, non tanto o non solo quelli materiali – piuttosto le esperienze, i pensieri, le opere dell’intelletto e dell’immaginazione
ricostituire un tappeto di nozioni senza prezzo e di certezze quotidiane non assolute, per tornare a sentirsi parte di qualcosa che sfugge all’io minuscolo per fare riferimento a un sistema più grande che ci contiene (e ci sostiene)

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un intenso articolo di elda martino sulla comunità provvisoria


a proposito di comunicazione confusionaria e superficiale e strategie mediatiche paradossali e deleterie:
massimo gramellini sulla stampa di oggi