monthly archives: novembre 2010

parole: franco arminio

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directed: ramin bahrani
voice: werner herzog

il manifesto

urgono abbonamenti – chi può contribuire non esiti!
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oggi il manifesto esce con un supplemento dedicato alla scuola ed ai tagli operati dalla riforma gelmini / un’ottima occasione per riflettere e fare il punto della situazione

per l’appunto mi chiedevo quanti cittadini e genitori abbiano deciso in questi mesi di fare qualcosa per salvaguardare la qualità del sistema scolastico / me lo chiedevo perché qui a udine sembra che gli unici a protestare sinora siano stati i docenti (tra l’altro non così tanti come si potrebbe auspicare) e una minima componente ata, con un sostegno risibile da parte di altri

e continuo a chiedermelo dove sono i genitori, perché se è vero che noi insegnanti siamo i diretti interessati dal punto di vista dei salari e dei posti di lavoro (io sono attualmente senza un incarico e difficilmente ne avrò uno quest’anno) è vero anche che sono i vostri figli a studiare ed a subire le conseguenze del peggioramento inflitto alla scuola

ma nessuno si muove

i genitori borbottano qualcosa mentre guardano il telegiornale e poi alle manifestazioni non li vedi, quando si tratta di metterci la faccia non li vedi, quando c’è da provare a strutturare qualche idea per cambiare le cose e migliorare la situazione non li vedi, quando si tratta di rendere politica la lotta e più tangibile la solidarietà non li vedi …

oppure li senti addurre giustificazioni del tipo: a me la politica non interessa od ancora la mia posizione politica è una faccenda privata, personale, io non scendo in piazza con i sindacati, eccetera

sarebbero queste le persone che hanno a cuore il destino delle nostre istituzioni?
o aspettano solo che il governo diminuisca le tasse rintanati nei loro salotti?

ripeto: dove sono i genitori?

ma certo, hanno impegni i genitori, devono badare ai figli, lavorare, pensare al futuro ed ai piaceri della famiglia / come se chi scrive e i colleghi in protesta non avessero affetti e impegni quotidiani, e non avessero diritto ugualmente a un futuro ed a una vita decente

ma occuparsi della scuola non è forse badare ai propri figli?

quante ore avreste potuto trascorrere in piazza oppure alle riunioni che trattano il destino della scuola anziché rimanere in casa a guardare un film o andare dalla parrucchiera? anche i vostri figli hanno diritto di sapere e vedere cosa succede, di attraversare lo stato delle cose, e se perdono la lezione di judo o un paio d’ore di video giochi per andare a trovare i loro insegnanti in piazza non cascherà certo il mondo!

del resto cosa possono imparare i ragazzi dell’impegno sociale da famigliari che se ne fregano diplomaticamente, che fanno finta di niente o che delegano? vorrei che rispondeste da soli, e chiudo ricordandovi che anche se perdete qualche pizza con gli amici e un cinemino per occuparvi di quello che sta succedendo beh … credo proprio che sarebbe solo ora!

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nota:
un insegnante è stato utilizzato in froma neutra e quindi senza accento con intenzione

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dress 2009 [ sfocatura intenzionale ]
tasto destro per ingrandire un po’ / right click to enlarge a little

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fanno riferimento a due fatti di cronaca

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