monthly archives: ottobre 2010

allora abitavo una realtà incomprensibile, muta e incombente
i giorni accatastati e quelle strade di paese che davano sul nulla
se avessi accettato sarei diventata come loro,
avrei solo smesso di pensare e di volere
mi sarei sciolta in grumi di terra o trasformata in pannocchia

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avere una missione buona, anche piccola, è ciò che dà luce all’uomo
provoca il riverbero della sua intelligenza
la bellezza oltre la pelle, oltre l’esubero del tempo che incide il fisico

ho così tanto ancora da imparare – come se fossi (e sono!) – minuscola …



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ps
la pastasciutta – squisita! – l’ha preparata giacomo



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negli anni ho imparato a distaccarmente, a vivere lontana
—————–(e non è stato certo facile)
eppure la familiarità non decade
anche se dimentico il nome di qualche campo o confondo le scorciatoie

da queste foto sarà forse irriconoscibile, non importa

è stata una giornata speciale
non intendo usare superlativi – sono stanca di chi li usa indiscriminatamente
supelativi come una sequela di aperitivi e ninnoli fastidiosi
—————–nella vita l’unico supelativo reale è il dolore

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il libro su mahler di ugo duse (1973), ormai fuori stampa – erano anni che lo cercavo
naturalmente alla toletta



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fashion-system is black / gold

questo è il tipo di “cultura” verso cui tendiamo (non solo in italia, a quanto pare)
questo il modello di “civiltà” che corrisponde a una società dove scuola e conoscenza vengono dopo commercio calcio e pornografia televisiva

nel frattempo – continuiamo pure a tamponarci gli occhi con foto graziose e gli orecchi con musiche sfiziose – continuiamo a scrivere dolci parole sulle ombre dei pruni nel giardino
foraggiamo il business dell’accondiscendenza tramite il qualunquismo creativo

a tutto questo ci pensi qualcun altro …

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foto: sky