il fatto è che probabilmente le persone vogliono vedere immagini di belle case e vestiti graziosi – leggere parole allegre, pensieri minimi come didascalie, accondiscendenti / vogliono piatti grondanti cibi sfiziosi, sapienti sfocature, residenze glassate e paesaggi che tolgono il fiato / vogliono leggere di vite straordinarie – cercano spunti per il loro guardaroba e per arredare il salotto
anche la banalità deve sembrare elegante, ben ombreggiata, servita con un contorno di verdure fresche, magari …

io non sono capace né voglio proporre niente di tutto ciò

la mia vita è spesso noiosa e si svolge in una periferia qualunque e priva di particolari attrattive di una città mediocre / abito una casa semplice e molto disordinata, e presto poca attenzione all’arredamento e sempre meno anche al vestiario / mi affeziono alle cose, lascio che mi invecchino intorno e addosso, come pelli gregarie, o protesi – mi stanno a cuore il benessere delle persone, la giustizia politica, la cultura
amo perdermi nell’ozio di ore lunghe e vuote ma so che è un’attitudine intraducibile, una sorta di assenza personale che non provo nemmeno a raccontare

questa mia vita è tradotta nel blog sotto forma di immagini spesso ripetitive e frammenti che si incollano a un calendario intimo – parole, musiche, presenze, ephemera … una perenne idiosincrasia nei confronti degli ornamenti e dei vezzi borghesi e un’incorreggibile antipatia nei confronti di chi fa le cose meglio di me

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le foto invece, scattate mercoledì in occasione di una visita a casa dei miei (con passaggio in ospedale)

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parole: carlo emilio gadda – musica: balanescu quartet