14.20 / corriera
adesso, appena libero dalle nubi, il sole scalda con impertinenza / le strade larghe del sabato pomeriggio, silenziose – il tu-tuu delle tortore tra i rami dei pini marittimi e una pacatezza rilasciata delle ore che si trasmette al corpo / le solite case, le panchine familiari, le strade note, amplificano l’aspetto domestico e anestetico della città in siesta /
ritorno, sedata da una stanchezza calma, stordita dalla vegetazione abbondante e rigonfia / ho pranzato con frutta e gelato seduta in un bar, nella grande piazza bianca che disperde le voci smorzandone gli spigoli /
il cielo, oltre le nubi sparse, è davvero molto azzurro

(220510)

240510 /
alcuni resti – fotografie, parole
colazioni a volte solitarie, altre condivise
e camminare – camminare
l’erba di rugiada imbeve gli stivali la mattina presto
ma quando torno a casa sono già tutti bianchi:
è la polvere della strada, come in un’altra epoca

camminare consente che i rumori scorrano all’indietro
trattengo solo alcuni frammenti, mentre osservo li intreccio nelle maglie del tempo
osservare ed ascoltare – non sempre in sintonia

poi, per molte ore, mi perdo di fronte al televisore acceso

dotted

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