monthly archives: maggio 2010

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dennis hopper – 17.05.1936 / 29.052010


foto da the last movie, 1971 – via the selvedge yard

dennis hopper: a life in pictures on the guardian

la città /
conegliano è una città impostata su piacevoli dislivelli con un centro storico antico e prezioso
uno strano modo di affrontare le pendenze: i portici si affacciano su piani inclinati, così la strada assume l’aspetto vago di un canale senz’acqua, forse di memoria veneziana

in mostra /
ho apprezzato soprattutto le figure al margine, quelle che fanno da cornice alle icone religiose, più umane e vere, rispetto a madonne e cristi un po’ troppo rigidi e didascalici
(un confronto troppo fragile con le morbidezze armoniose di raffaello)
in particolare, san tommaso incredulo ha colpito la mia attenzione: i suoi capelli spettinati, la barba sfilacciata, l’espressione in bilico, tesa e perfino commovente nella sua imperfetta verità

il mercato /
ogni venerdì a conegliano un mercato grandissimo invade strade scalinate e piazze
dopo la mostra mi son seduta sotto i portici del municipio in un piccolo caffè, mentre i commercianti sbaraccavano i loro banchetti
tutto pulito, ordinato, senza stranieri – tipica cittadina borghese ed efficiente di centro-destra
persino i muri scalcinati sembrano parte di una coreografia borghese
chissà perchè, mi viene in mente la parola epurazione …

+

l’ultima foto, scattata in una piccola chiesa lungo il corso
sgranata, perchè all’interno era molto scuro – pardon

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(altro…)

la corriera nuota in un mare d’erba
don’t worry baby – appoggia la testa e chiudi gli occhi
tanto di qui non passa nessuno e non si spendono parole 

{ parentesi }
oggi ne ho portati alcuni a giocare a pallacanestro
il campetto decrepito sta proprio a ridosso dei bastioni cinquecenteschi invasi dal muschio
prof,  con quella fascia tra i capelli sembri rambo ( … )
– storia e storie –

e mentre dormivo il grano ha cominciato ad imbiondire

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una pagina dedicata alle cianografie su kiwilicious (thank you fabrizio!)

un post dedicato ai tiny books su the post family (thank you ina!)

città borghesi e pallide
svaporate nel caldo
i ragazzi si riuniscono in cerchi
sotto i grandi alberi del parco

in campagna hanno cominciato a falciare il fieno da qualche giorno
oggi ho intravisto i primi covoni
in realtà non si chiamano più così, ma rotoballe
adesso per prepararli usano le macchine, mica il forcone

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parole / edoardo albinati + alfred de vigny

14.20 / corriera
adesso, appena libero dalle nubi, il sole scalda con impertinenza / le strade larghe del sabato pomeriggio, silenziose – il tu-tuu delle tortore tra i rami dei pini marittimi e una pacatezza rilasciata delle ore che si trasmette al corpo / le solite case, le panchine familiari, le strade note, amplificano l’aspetto domestico e anestetico della città in siesta /
ritorno, sedata da una stanchezza calma, stordita dalla vegetazione abbondante e rigonfia / ho pranzato con frutta e gelato seduta in un bar, nella grande piazza bianca che disperde le voci smorzandone gli spigoli /
il cielo, oltre le nubi sparse, è davvero molto azzurro

(220510)

240510 /
alcuni resti – fotografie, parole
colazioni a volte solitarie, altre condivise
e camminare – camminare
l’erba di rugiada imbeve gli stivali la mattina presto
ma quando torno a casa sono già tutti bianchi:
è la polvere della strada, come in un’altra epoca

camminare consente che i rumori scorrano all’indietro
trattengo solo alcuni frammenti, mentre osservo li intreccio nelle maglie del tempo
osservare ed ascoltare – non sempre in sintonia

poi, per molte ore, mi perdo di fronte al televisore acceso

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dal manifesto di ieri

Ora un insegnante che denuncia cosa sta accadendo nella scuola pubblica (tagli insostenibili, 40 ore di lezioni formali spacciate per tempo pieno, test Invalsi in cui non viene rispettata la privacy dei bambini, e chi più ne ha più ne metta) «strumentalizza le istituzioni», farebbe dunque meglio a «candidarsi se vuole fare politica» e per tanto meriterebbe delle sanzioni, come ha minacciato in una circolare riservata il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna. E’ quanto afferma il ministro dell’Istruzione Maristella Gelmini, sostenendo di condividere e sostenere «pienamente l’operato del direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna, Marcello Limina, che ha invitato tutto il personale della scuola a osservare un comportamento istituzionale». La «bomba» era scoppiata ieri grazie al coordinamento di insegnanti di Modena Politeia, che ha diffuso la circolare con cui si invitano i presidi a «sensibilizzare il personale della scuola sul corretto comportamento da tenere con gli organi di stampa». Ma non solo: nella circolare si chiede ai presidi di ricordare che addirittura è improprio «indirizzare ad alte autorità politiche o amministrative diverse dal loro diretto riferimento gerarchico documenti, appelli o richieste». Insomma: se sei un insegnante non puoi rivolgerti al presidente della Repubblica perché salvi la scuola pubblica. Tra le norme citate dal dirigente regionale per sostenere la sua posizione, anche quella in cui si prevedono «sanzioni disciplinari». Censura? Ma per carità, Limina si dice «consapevole che l’amministrazione ha il dovere di dialogare», e per tanto invita i dirigenti scolastici ad aprire sul sito dell’ufficio territoriale una «casella e-mail». Gli insegnanti di Modena in un comunciato hanno già chiesto le dimissioni del dirigente, ma lo stesso ha fatto ieri la Cgil Flc. Mentre le parlamentari del Pd Bastico e Ghizzoni annunciano interrogazioni urgenti sul caso.
(ci. gu.)

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