monthly archives: aprile 2010
ciao raimondo!
scorrono giorni senza aprire un libro – impercettibilmente più vuoti
il treno è veloce – il viaggio di un quarto d’ora
non c’è tempo sufficiente per concentrarmi sulla lettura o sul diario
+
inaspettatamente – sono i bambini più fragili a usare la parola verita’
moscerini che masticano un elefante – tesori friabili e piccole magie
ps
la cinquecento era parcheggiata proprio di fronte alla porta di casa
le parole sono di roland barthes
il sole taglia di sbieco la stanza
indora le pareti e gioca con le tende
è un sole radente, coperto da un tetto di nuvole scure
a volte anche il cielo ha un soffitto
ps/ grazie a fuchsia per i commenti solidali
al mercato ho trovato due vecchi volumi del castoro: esenin + boine
poi una borsetta in tweed profilata in cuoio spazzolato bordeaux e un piatto bicolore
pure una camicia e una giacca estiva, a dire il vero
ma gli oggetti sono belli anche da guardare, senza pensare di portarseli a casa
(parole: giovanni boine)
non basta una gita in bicicletta a sistemare il mondo
aiuta l’animo, questo è certo
ma non dimentico a lungo le tristi ore di emergency
e nemmeno le affermazioni striscianti che arrivano dalla farnesina
è un tempo infame, di scarse speranze, di vaghezze e cincischi
>>> io sto con emergency – per firmare la dichiarazione di solidarietà / link
muore edmondo berselli – un’altra intelligenza che mancherà
siamo a pezzi
gita in bicicletta – c’era il mercato dell’usato a via di giusto
ho rivisto un’amica dei tempi della pallacanestro
sua figlia ha il mio stesso nome
è stata una giornata di nuvole
decido di non muovermi, di lasciarmi trasportare
mentre vado verso il caffè, la piazza rivela alcune bancarelle quasi soffocate dal bianco
in un mucchio di vecchi stracci ho scovato un soprabito blu di gabardina e una camicia celeste
le cose – vissute da altri, toccate da altri, sporcate da altri – mi chiamano con più forza
poi essere così
essere come quella casa lì
con le pareti sostituite da lievi azzurri fogli di plastica che si gonfiano di correnti d’aria,
teli fermati in modo perentorio e drammatico da vecchie assi assemblate stocasticamente
che sconvolgimento, essere così!
plastica legno vecchi intonaci – travi a vista puntelli e calcinacci
intorno una lamiera che già comincia a imbrunire di ruggine e segnalatori catarifrangenti
una casa priva di sé, che conserva i contorni e le aderenze della memoria
essere così – squarciata ed esposta
malamente suturata, slabbrata, accerchiata
un vuoto urbano – pieno zeppo di dettagli