monthly archives: marzo 2010
sento di attraversare un momento molto delicato in cui l’assenza di soluzioni evidenti potrebbe convertirmi a un’intransigenza esasperata
eppure gli occhi non si stancano di guardare – ed ogni sguardo è quadro musica: branduardi
|
ricevo in posta da francesco una sconcertante notizia che non penso abbia bisogno di commenti, circa le ultime proposte della ministro gelmini in materia di programmazione …
se ne parla anche su femminismo a sud . |
due tiny book sono in volo per raggiungere chicago
saranno esposti allo zine show organizzato da the post family in occasione di NEXT
grazie a ina weise per l’invito :)
sempre più strette mi vanno le giornate nel mio paese
in particolare questi pomeriggi tristi di elezioni
mentre la televisione ronza le prime proiezioni dai seggi
terminare la supplenza al liceo è stato un sollievo –
l’arte ormai considerata in molte scuole come l’ultima ruota del carro /
da ragazza, quando studiavo, era la materia della preziosità, dell’essenza,
il racconto di ciò che travalica il tempo e quasi lo sconfigge…
per rasserenarmi scrivo di un piccolo concerto – di un pomeriggio morbido di sole
alla libreria feltrinelli brown and the leaves (il progetto musicale di mattia del moro)
presentano il loro disco landscapes - opera prima di buona qualita’
echi soffusi di nick drake, ben watt, belle & sebastian, ray lamontagne …
una scaletta di pochi pezzi ben eseguiti con la presenza imprevista del violino /
un momento quasi perfetto, così che mentre ascolti puoi leggere, scrivere o perfino disegnare
poca gente, ma interventi entusiasti e una giornalista di radio onde furlane a intervistare
ps / la luce è tornata – sulla moleskine germogliano i primi schizzi a matita
- brown and the leaves / fragments
- concerto – la scaletta
- concerto
- moleskine 03.10
- moleskine 03.10
.
la primavera porta con sè debolezze smisurate
ma anche luci bellissime
.
(parole: baudelaire)
quali le tracce dell’abbandono? dove comincia il sentiero che ti conduce a guardare dalla distanza, come si trattasse di un viottolo parallelo ma defilato, che se allunghi le mani quasi li tocchi, ma solo quasi e non veramente, con il pensiero, piuttosto, sentendoti in colpa per aver provato e non voluto? ecco di nuovo un diario delle domande – retorica sciorinata di questioni inevase
|